Sarà che su ventiquattr’ore di una giornata ne passo più di sedici fra sonno e lavoro, mentre le restanti vengono assorbite fra tutte quelle azioni da un minuto almeno, che però se le metti assieme …ti portano al domani. Le ore scorrono, scivolano via. I minuti, ah, i minuti sono micidiali. Se te ne servono cinque, a tre sei già in fibrillazione perché stanno finendo. Conta, conta fino a 300. Cinque minuti. La verità è che non è il tempo ad essere troppo poco: sono le cose da fare ad aver bisogno di un ridimensionamento. Da qui, la scelta. Vivere una vita più lenta non significa fare le cose con calma, senza fibra, flemmaticamente. Significa soppesare le proprie possibilità, ammettere anche di “non potercela fare”. E regalarsi così il tempo di “fare meglio”, anziché “fare di più”.
Tempus fugit
Sarà che su ventiquattr’ore di una giornata ne passo più di sedici fra sonno e lavoro, mentre le restanti vengono assorbite fra tutte quelle azioni da un minuto almeno, che però se le metti assieme …ti portano al domani. Le ore scorrono, scivolano via. I minuti, ah, i minuti sono micidiali. Se te ne servono cinque, a tre sei già in fibrillazione perché stanno finendo. Conta, conta fino a 300. Cinque minuti. La verità è che non è il tempo ad essere troppo poco: sono le cose da fare ad aver bisogno di un ridimensionamento. Da qui, la scelta. Vivere una vita più lenta non significa fare le cose con calma, senza fibra, flemmaticamente. Significa soppesare le proprie possibilità, ammettere anche di “non potercela fare”. E regalarsi così il tempo di “fare meglio”, anziché “fare di più”.