Libera interpretazione degli enunciati al termine del film “Human Nature”

“Quando alcune cose sono conosciute, di cui una è inerente all’altra, oppure si pongono in una relazione distante ma localizzata, la mente immediatamente riconosce, per virtù del normale apprendimento di quelle cose, se siano inerenti o no, se siano distanti o no.”

La mente opera una sintesi delle cose che (ri)conosce, una sintesi differenziale, efficace a fornire un giudizio in merito alle cose percepite.

“Così altrettanto con altre verità contingenti, ed in generale con qualsiasi supporto percettivo del termine; ossia della cosa e delle cose per mezzo delle quali, una verità contingente specialmente riguardante il presente, non può essere conosciuta.”

Poiché la mente riconosce le cose che conosce (a posteriori), non può farlo con tutto ciò che accade contingentamente, ma solo con ciò che passa per la percezione.

“Nello stabilire gli assiomi con questo tipo di induzione, bisogna iniziare ad esaminare l’assioma così prestabilito, strutturandolo con i criteri di quelle informazioni e con quelle dalle quali è derivato.”

Osservando la natura percettiva della nostra realtà, è possibile supporre una realtà immaginata, purché coerente con la realtà fin lì percepita, immaginabile esclusivamente come rappresentazione della medesima, o in qualsivoglia rapporto con essa.

“E osservare se sia più vasto o ampio.”

Una volta percepito l’immaginario, si può dunque rapportare con la realtà sensoriale.

“E se infatti è più vasto o ampio, dobbiamo capire, attraverso l’indicazioni di quelle informazioni assolute, se sia più vasto o ampio per mezzo delle sicurezze collaterali.”

Il gatto sembra mordersi la coda. Una volta realizzato l’immaginario, la misura di quanto immaginiamo è in relazione con l’esperienza dei precedenti confronti di ciò che facciamo riconoscendo la realtà percepita e mettendola in relazione con la realtà immaginata. Di conseguenza, possiamo riconoscere la qualità delle nostre percezioni, relazionandole lucidamente al corpo delle medesime (apprendimento?).

“Poichè non possiamo, nè immettere pensieri nelle cose già conosciute, nè genericamente inseguire ombre e forme astratte. Poichè non possiamo, nè immettere pensieri nelle cose già conosciute, nè genericamente inseguire ombre e forme astratte in oggetti solidi e costruiti cioè fatti di materia.”

In sintesi: non produciamo realtà. La riconosciamo o in relazione al nostro vissuto in ciò che percepiamo di quanto ci circonda, o in relazione al corpo coerente nelle suggestioni che otteniamo nel pensare.

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