Era deserto, e cielo.
L’Uomo di Pane Secco girava in tondo per l’ennesima ora di un giorno infinito.
Niente più aeroplani, né principi, né cappelli/boa. Solo giallo e azzurro, oppure azzurro e giallo, dipendeva solo dall’inclinazione. Peraltro irrilevante.
Poi prese a piovere.
L’Uomo di Pane Secco si gonfiò d’acqua e cadde, molliccio, sulla carne di terra che aveva sotto i suoi piedi sempre più informi.
Con la bocca già chiusa per sempre (confusa, non si capisce bene, fra le pieghe del collo, o della pancia) si spiaccicò al suolo, producendo un rumore flaccido.